Alla fine di un viaggio c’e sempre un viaggio da ricominciare dice De Gregori. E infatti Dolmen, il giovane protagonista della storia, si immerge nei propri viaggi mentali e, appena terminato uno, si getta a capofitto sul prossimo. E evidente il riferimento (o parodia?) a Holden Caulfield, il popolare personaggio di Salinger. Il nostro Dolmen pero vive nel terzo millennio, ha sedici anni e tra una riflessione e l'altra si ritrova a catalogare tutto cio che lo indispone, o che apprezza, o che lo fa semplicemente sentire bene... o male, a seconda della situazione. Ma e indubbio che abbia una propria convinzione su ogni punto presente nel proprio caos ordinato, o ordine caotico, a seconda di come la si vuole vedere. E allora via con autentiche stilettate ai social network (di cui lui stesso ne fa uso), alle citazioni (le odia, ma e un grande citazionista), alle persone che si lamentano (lamentandosi di loro), agli anglicismi (che rifila in ogni momento) perfino alla religione (ingenuo e dissacrante, ma mai blasfemo). Pero, in fondo, il nostro Dolmen affronta la vita da semplice adolescente qual e e nei suoi viaggi riflessivi verra accompagnato da troppe turbe e poche (o molte?) certezze.